Toccò al giovane studente Furion Stormrage trovare aiuto per il suo popolo oppresso. Stormrage, il cui fratello Illidan praticava la magia dei nobili, era esasperato dalla crescente corruzione della classe dominante. Dopo aver convinto Illidan a liberarsi dalla propria pericolosa ossessione, andò in cerca di Cenarius e formò un nucleo di resistenza. La giovane e bellissima sacerdotessa Tyrande acconsentì ad accompagnare i due fratelli nel nome di Elune.

Sebbene sia Furion che Illidan condividessero un segreto amore per la ragazza, il cuore di Tyrande apparteneva al solo Furion. Illidan era dispiaciuto della relazione fra suo fratello e Tyrande, ma questo dolore non era nulla in confronto all’astinenza dalla magia…
Illidan, che aveva sviluppato una vera e propria dipendenza, si sforzava di mantenere il controllo su se stesso e la sua fame soverchiante. Ciononostante, grazie al paziente aiuto di Tyrande, riuscì a contenersi e aiutare suo fratello a trovare il solitario semidio Cenarius. Questi viveva fra i sacri Moonglade del lontano Monte Hyjal e acconsentì ad aiutare gli Elfi della Notte, cercando insieme a loro l’aiuto degli antichi Draghi.
Anch’essi, guidati dalla grande leviatana rossa Alexstrasza, accettarono di combattere contro i demoni e i loro infernali padroni.
Cenarius, richiamando gli spiriti dell’antica foresta, radunò un esercito di antichi uomini-albero e lo condusse contro la Legione, in un coraggioso assalto terrestre. Quando gli alleati degli Elfi della Notte conversero sul tempio di Azshara e sul Pozzo dell’Eternità, il conflitto esplose definitivamente. Nonostante la potenza dei nuovi alleati, Furion capì che sarebbe stato impossibile sconfiggere la Legione con l’utilizzo delle sole arti marziali.
Mentre la titanica battaglia infuriava attorno alla capitale di Azshara, l’ingenua Regina attendeva impaziente l’arrivo di Sargeras. Il Signore della Legione si preparava ad attraversare il Pozzo dell’Eternità ed entrare nel mondo martoriato. Quando la sua enorme ombra si fu avvicinata ulteriormente alla superficie tempestosa del Pozzo, Azshara radunò i più potenti fra i suoi nobili seguaci. Solo unendo i loro poteri magici in un unico incantesimo sarebbero riusciti a creare un portale abbastanza grande, che permettesse l’entrata di Sargeras.
Furion, convinto che il Pozzo dell’Eternità fosse il cordone ombelicale dei demoni con il mondo fisico, insistette che fosse distrutto. I suoi compagni, consci di parlare della fonte della loro immortalità e dei loro poteri, furono scioccati da tale affermazione. Ciononostante, Tyrande, intuendo la saggezza della teoria di Furion, convinse Cenarius e i Draghi a irrompere nel tempio di Azshara e trovare il modo di sigillare il Pozzo una volta per tutte.
Sapendo che la distruzione del Pozzo gli avrebbe precluso per sempre la possibilità di usare la magia, Illidan abbandonò egoisticamente il gruppo e mise al corrente i Nobili del piano di Furion. La follia causata
dall’astinenza e il risentimento per la relazione fra suo fratello e Tyrande, non gli fecero provare alcun rimorso per il tradimento. Più d’ogni altra cosa, egli era intenzionato a proteggere il Pozzo con ogni mezzo in suo possesso.
Preoccupato per l’assenza di suo fratello, Furion condusse i propri compagni all’interno del tempio di Azshara. Quando irruppero nella sala del trono, trovarono i Nobili intenti a formulare l’incantesimo oscuro definitivo, che creò un instabile vortice di potere nelle profondità del Pozzo. Allorché la malvagia Ombra di Sargeras si avvicinò ancora di più alla superficie, Furion e i suoi alleati decisero di sferrare l’attacco.
Azshara, avendo ricevuto l’avvertimento di Illidan, era più che preparata all’incontro. Quasi tutti i seguaci di Furion caddero, colpiti dagli implacabili poteri della folle Regina. Tyrande, nel tentativo di colpire Azshara alle spalle, fu presa alla sprovvista dalle sue guardie: sebbene riuscì a neutralizzarle, fu gravemente ferita alle mani. Nel vedere a terra la propria amata, Furion divenne preda di una follia omicida e pose fine alla vita di Azshara.
Mentre la battaglia infuriava, dentro e fuori dal tempio, Illidan apparve vicino alle sponde del Pozzo. Avendo creato diverse fiale speciali, si inginocchiò e le riempì con le lucenti acque del Pozzo. Convinto che i demoni avrebbero spazzato via la civiltà degli Elfi della Notte, pensò di rubare le sacre acque e tenere per sé la loro energia. Lo scontro fra Furion e Azshara aveva gettato nel caos il delicato incantesimo dei Nobili: l’instabile vortice creatosi all’interno del Pozzo esplose, dando origine a una catastrofica reazione a catena, che avrebbe diviso il mondo per sempre.
L’enorme deflagrazione distrusse il tempio dalle fondamenta e causò devastanti terremoti per tutta la dilaniata superficie del pianeta. Mentre l’orribile scontro fra Legione ed Elfi della Notte infuriava attorno e sopra le rovine della capitale, il fluttuante Pozzo dell’Eternità si piegò su se stesso, distruggendosi.
La catastrofica esplosione che ne derivò scosse la terra e oscurò il cielo…