Fra tutti gli dei dell’Olimpo, Momo è senza dubbio quello meno conosciuto. Era rappresentato come un omino nudo, con in mano un bastone e una maschera. Momo era figlio del Sogno e della Notte e il suo nome significava BIASIMO.

Era l’incarnazione dello spirito di contraddizione e la sua unica attività era quella di criticare le azioni degli altri dei. I miti narrano che le sue critiche esasperarono così tanto le divinità dell’Olimpo, che alla fine Momo fu letteralmente cacciato via.
Il dio del biasimo si infuriò una sola volta, quando, nonostante i suoi sforzi, non riuscì a trovare un solo difetto in Afrodite.
Colgo l’occasione per fare una breve riflessione su Halloween. Da alcuni anni questa ricorrenza è seguita anche in Italia e suscita opinioni discordanti. Infatti alcuni la definiscono un pericoloso segnale della penetrazione dell’esoterismo negli strati più giovani della società, altri una delle prove più evidenti della globalizzazione delle culture.
Non mi inserisco in nessuna corrente, però mi limito a dire che Halloween non è una festa di origine americana, ma anzi è proprio una tradizione europea esportata nel Nuovo Mondo. Semmai è una ricorrenza di ritorno, frutto della diffusione in Europa della cultura statunitense attraverso i serial televisivi e della fine della civiltà contadina continentale.
La Festa dei Defunti nel nostro continente segnava il passaggio dall’estate all’inverno, dalla stagione del raccolto a quella della semina e nell’alto medioevo i monaci benedettini la cristianizzarono. Era una ricorrenza importante, solennizzata da cibi e dolci speciali.
Fino agli anni Sessanta del secolo passato, in ogni casa la notte del 1 novembre si imbandiva la tavola per la cena dei defunti, che quella notte tornavano a trovare i vivi. Era un modo per ricordare ai più piccoli chi era nato prima e per questo era andato via. Perché il passato non era un fuoco che ci divora, ma era una fiamma intorno alla quale si ritrovavano tutte le generazioni della famiglia.
Insegniamo questo ai più piccoli e poi chiamiamo la festa di Ognissanti e dei Defunti come ci pare, senza ascoltare gli allarmismi di quanti criticano senza conoscere la nostra storia.