Gli uccelli della palude di Stinfalo

Si narra in Grecia che i boschi intorno al lago paludoso di Stinfalo fossero popolati da stormi di uccelli così grandi da oscurare il sole. Erano uccelli particolari, perché avevano artigli affilati come rasoi, becchi in grado di forare il metallo e, soprattutto, piume di bronzo con cui trafiggevano gli uomini per poi cibarsene. Il loro guano era nauseabondo e rendeva inabitabile la regione, sia agli uomini che agli animali.

Stormo di uccelli

Ercole ricevette l’incarico di sterminarli, ma fin dall’inizio l’impresa risultò difficoltosa, perché i boschi intorno al lago erano così fitti da non lasciar passare la luce. Atena, allora, giunse in suo aiuto, donandogli una coppia di nacchere di bronzo, costruite da Efesto.

Ercole le fece risuonare grazie alla sua forza sovrumana e gli uccelli stinfalidi, infastiditi, furono costretti a levarsi in volo. Fu allora che il semidio cominciò ad abbatterli con le frecce.

Per sottrarsi allo sterminio alcuni di essi fuggirono nel lontano Mar Nero, ponendosi sotto la protezione di Ares.

Enrico Di Giacomo

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