Le Amazzoni sono certamente uno dei popoli mitici più affascinanti. Erano un popolo di donne guerriere che gli antichi scrittori greci e bizantini collocano tra l’Anatolia, il Caucaso e l’Armenia.

Erano governate da due regine: una per le questione interne e una per la guerra. Nella loro società non c’erano uomini. Le necessità riproduttive erano soddisfatte una volta l’anno in primavera, quando le Amazzoni si recavano presso i loro vicini Gargareni.
I figli erano concepiti di notte, in modo che uomini e donne non potessero conoscersi. I figli maschi erano poi rimandati nel territorio dei padri, le femmine invece ricevevano un’educazione militare: erano addestrate a combattere e a cacciare a cavallo e le veniva bruciato il seno destro, in modo che potessero tirare con l’arco senza impedimenti.
Gli scrittori ci hanno tramandato che le Amazzoni erano abilissime con l’arco e con l’ascia bipenne e che usavano uno scudo particolare denominato pelta, a forma di mezzaluna.
Molti poemi greci narrano delle lotte tra gli achei e le Amazzoni e molte vennero uccise in duello.
Scavi archeologici condotti negli anni Novanta del secolo scorso nella Russia meridionale hanno portato alla luce sepolture di donne guerriere, morte a causa di traumi. Non si esclude che il mito delle Amazzoni nacque in seguito alla diffusione in Grecia di racconti sugli usi e i costumi dei Sarmati, un popolo nomade del Caucaso, le cui donne combattevano come gli uomini.
Enrico Di Giacomo