L’ultimo romanzo di Brizzi narra le vicende fanta storiche di un’Italia fascista che ha vinto la seconda guerra mondiale in cui il Duce è al governo e il regime fascista prospera. L’autore narra due storie parallele che si intrecciano che vedono protagonisti il giovane Lorenzo Pellegrini e la nazionale di calcio italiana in viaggio verso i mondiali brasiliani del 1950 nonché lo stesso Duce e i suoi gerarchi in una veste ridicola e grottesca.

Lorenzo è un ragazzo di 19 anni che vive a Bologna. I suoi genitori sono separati e il padre è un donnaiolo. La sua vera madre è morta molti anni prima e la donna che lui chiama mamma è, in realtà, una delle prime amanti del padre.
Lorenzo incontra la bellissima Irene Maier di cui si innamora perdutamente al punto da definirla la sua dea. Terminati gli studi viene introdotto alla professione di giornalista sportivo presso Stadio grazie alle conoscenze del padre avvocato. E’ un momento magico della sua vita: il padre gli ha appena regalato una bellissima vespa amaranto, i soldi iniziano a girare per via del nuovo lavoro e la forza vitale dei 20 anni lo trascina per le vie d’Italia in sella ai suoi sogni.
L’Italia è contagiata dalle mode filo americane e Lorenzo è uno dei primi a seguirle: occhiali scuri, abiti eleganti, un sorriso da sbruffone ne fanno un affascinante giovane uomo che sa come conquistare una donna.
Per Irene è un sogno vederselo arrivare sino a Trieste in sella alla sua “freccia amaranto” dalla lontana Bologna solo per far colpo su di lei. Il loro è un rapporto fresco, frizzante e pieno di emozioni. Lei è più grande di qualche anno e sogna il matrimonio, una casa insieme e dei figli. Irene ha, però, già un figlio avuto da una storia precedente che in qualche modo fa di lei una donna compromessa. E’ una donna moderna che ama guidare auto sportive e fare cose che in quegli anni sono considerate ad uso esclusivo degli uomini. Lorenzo è infatuato ma, al contempo, ha paura di una simile donna e non è sicuro di volersi legare in matrimonio a soli 20 anni.
La chiamata alla leva militare costringe Lorenzo a mollare temporaneamente il giornale, la sua bella fidanzata e la sua vita da ragazzo. Anche se la guerra è finita non mancano gli orrori di un’Italia colonialista e arrogante che pensa di essere nel diritto di opprimere la gente che vive nei territori ritenuti italiani ai confini con l’Austria.
La narrazione è fluida, i personaggi molto reali e l’alternanza con la storia della nazionale italiana ben congegnata. La passione per le donne ereditata dal padre e la facilità dei costumi in generale sarà l’argomento cardine di tutta la narrazione.
Ancora una volta Brizzi riesce nell’intento di far vivere emozioni, profumi e sensazioni tipiche della giovinezza. Il contesto storico è ben congegnato e il libro nel suo complesso è molto piacevole.