Oggi parliamo del primo libro di Lauren Wolk che è intitolato L’anno in cui imparai a raccontare storie. Immaginate cosa sia scattato nella mia mente quando ho letto il titolo e visto la bellissima copertina. Io che ho un blog che ha fatto della NARRAZIONE il tema principale…non potevo non leggerlo.
Un libro bellissimo che mi ha prestato mia figlia!!!!!!!! Si è un bel regalo della sua mamma (mia moglie) che in fatto di gusti di libri è sicuramente migliore di me e che capisce sempre cosa è più adatto alla testolina di una bambina. Se fosse per me le farei leggere cose tremende!!!!

Dovevate vedere le facce di mia figlia mentre lo leggeva! Quella faccia sorridente, sofferente, a volte addoloratala è stata la migliore recensione di questo meraviglioso romanzo che mi ha fatto venire una tremenda voglia di leggerlo.
La storia è quella di Annabelle una ragazzina di 11 anni che vive la sua infanzia e il cambiamento verso l’adolescenza nel 1943, periodo di guerra che vede tutto il mondo coinvolto nel secondo conflitto mondiale.
La bambina è già molto matura, ama la sua famiglia composta da due fratellini più piccoli, mamma, papà, due nonni e una zia. Tutti collaborano alla vita della famiglia. I ragazzi vanno a scuola, ma sono anche molto utili in casa e sono abituati ad una condivisione vera, quella di altri tempi. Sono molto onesti fra loro e parlano con franchezza ai proprio genitori. I nonni sono un raccordo perfetto fra i figli e i nipoti.
La gioia di Annabelle vien interrotta dalla presenza a scuola di una nuova bambina più grande che si chiama Betty che è molto prepotente, ma anche furba. Le sue azioni sono quelle che oggi chiameremmo bullismo, ma la sua furbizia consiste nel riuscire a convincere gli adulti della sua completa innocenza. Betty picchia, insulta e pretende un pagamento da parte di Annabelle per non prendersela con i suoi fratelli più piccoli.

Uno dei personaggi più belli del romanzo è Toby che è un uomo molto strano. Vive in solitudine dentro un affumicatoio in cime ad una collina. Non è un tipo di molte parole, viaggia sempre con un cappellaccio in testa, una palandrana scura e tre fucili in spalla. Molti lo temono e gli attribuiscono colpe anche se non lo conoscono affatto.
Annabelle e la sua famiglia hanno, invece, simpatia per lui e qualche volta gli fanno dono di un dolce o altro. Toby è un uomo molto solo con un cuore grande, ma una sofferenza terribile alle spalle vissuta durante il primo conflitto mondiale.
Annabelle viene bullizzata di continuo, ma decide di nascondere la sua situazione e inizia a mentire ai suoi genitori. Un giorno, però, Toby assiste alle prepotenze subite da Annabelle per conto di Betty e la difende.
Questo è il momento in cui tutto cambia e la situazione inizia a prendere una brutta piega per tutti. Le cose cambiano nella vita della comunità e la piccola Annabelle mostra di crescere in fretta diventando in pochi mesi una piccola donna.
Il suo coraggio, la sua determinazione ereditati dalla mamma vengono a galla e Annabelle prenderà decisioni degne di una piccola adulta.
Un romanzo bellissimo, pieno di emozioni e sentimenti forse difficili per un lettore bambino, ma davvero molto intimo.
Ho trovato la storia della piccola Annabelle molto coinvolgente, ben scritta e capace di farmi sognare sperando che non il romanzo non finisse mai.