Continuano i mini articoli sui singoli racconti tratti dalla raccolta dal titolo Streghe d’Italia pubblicato da NPS EDIZIONI.

L’arco delle streghe di Monica Serra. Poteva mancare un racconto ambientato in Puglia?
Eccolo…Carlo e Sara si trasferiscono da Roma a Petrasecca in Puglia. Lui è un valente architetto con un grande progetto di riqualificazione del paesello da portare avanti. Lei è soltanto la moglie che, non molto convintamente, segue il marito. I due hanno una piccola che si chiama Gaia.
Le anziane del paese sono ostili e non sembrano voler sentir ragione di vendere le loro proprietà all’uomo. La loro risposta è secca: Vattinn! (dialetto).

Sara sente l’ostilità persino nel luogo e, una notte, la loro unica figlia viene rapita da una figura nera come la notte…agile come un gatto. Superstizioni antiche narrano delle gatte masciare come locali streghe con caratteristiche simili a quelle dei gatti.
Le masciare si riunivano sotto l’arco delle streghe. Molte altre sparizioni erano rimaste irrisolte e la gente del luogo le aveva attribuite alle streghe del paese. Immaginate l’angoscia di due genitori a cui viene rapita una bambina in un paese ostile e nel quale si respira un palpabile odio verso la novità. Gelo, terrore…si legge in un fiato.

La Rificolona di Alessio Del Debbio. Conclude questa lunga carrellata di racconti l’ultimo della raccolta Streghe d’Italia scritto da Alessio Del Debbio che è anche il Presidente di Nati Per Scrivere (NPS).
La protagonista è Carlotta, una donna che ha delle capacità magiche e le usa per curare le persone. Tutti la amano, ma anche ne temono il potere.
Di lei la madre diceva che era la diretta erede di Aradia, la prima strega toscana, a sua volta figlia della dea Diana. Recandosi un giorno a Firenze per una fiera tradizionale, Carlotta incontra un gruppo di giovani scapestrati che hanno la cattiva abitudine di attaccare briga contro ogni paesano prendendo di mira contadini e gente del popolo.
Loro, cittadini della prestigiosa città di Firenze, si sentono in diritto di calpestare l’onore e la dignità di tutti gli altri. Carlotta porta in spalla un bastone al quale è fissato un lume a forma di gatto nero.

Quando i ragazzacci iniziano a sollevarle le vesti toccandola e deridendola, Carlotta si arrabbia, ma non risponde alle violenze.
Uno di loro, però, colpisce il lume facendolo cadere e incendiare. Inizia allora la vendetta di Carlotta. Il racconto è macabro, la narrazione cruda e il collegamento con la tradizione toscana della Festa della Rificolona è evidente.
Un mare di sangue e violenza condiscono il finale di questa storia.