La fantasia delle antiche popolazioni mediterranee fu sempre stimolata dalle misteriose profondità delle acque, fossero quelle degli oceani o quelle dei torrenti di montagna.

Fin dalla preistoria i nostri antenati associarono l’elemento liquido al mondo dei morti e lo popolarono di presenze a volte inquietanti.
Questa volta parleremo di due creature tra le più affascinanti: le sirene e i loro corrispondenti maschili: i tritoni. In epoca molto antica le sirene erano esseri metà donna e metà uccello rapace. Incantavano i marinai col loro canto, portandoli contro gli scogli, quindi li divoravano e li privavano dell’anima. Erano insomma creature infernali, che è più corretto chiamare col nome di arpie.
E’ con Omero, che la sirena diventa una creatura metà donna e metà pesce, che ammalia i naviganti col suo canto affabulante. Nel corso dei secoli molto numerosi sono stati gli avvistamenti di sirene, in tutti i mari del mondo. Gli ultimi risalgono ai primi del Novecento. Il tritone è un essere per metà uomo e per metà pesce. Le sue origini sono pre-greche. Sembra che annunciasse col suono di una conchiglia l’arrivo di Poseidone e che con la stessa potesse sedare le tempeste marine.
Probabilmente dietro il mito delle sirene e dei tritoni stanno gli avvistamenti di un mammifero marino, il dugongo, che ha fattezze vagamente umane e che sembra allattare i piccoli al seno, proprio come fanno le femmine della razza umana.
Comunque sia, rimane inspiegabile l’attrazione esercitata sugli uomini dalle grandi masse d’acqua. Senza contare il ruolo svolto, presso le varie civiltà, dalle bevande allucinogene o inebrianti (come il vino), che permettevano di entrare in contatto col mondo dei morti.