Il dubbio

Nuovo capitolo dell’avvincente storia di The King. Buona lettura! 

<< Ma che diavolo sta facendo Sandresh? Dovrebbe essere qui ormai da tre giorni!>>
Joel era un vecchio umano grassoccio e bassino, vestito di una tunica verde bardata d’oro. Si trovava nel suo ampio studio ordinato. Abitava in una maestosa villa nella Kalimdor elfica. Era trattato con rispetto dagli abitanti della zona, che lo ritenevano un vecchio saggio.
Ma in realtà lui era molto di più.
Joel era un mago. Faceva parte del Consiglio Supremo della Magia.
Aveva acquistato un podere a Everlook e lì si era ritirato per concentrarsi sui suoi studi di magia da due anni.

Uscì dallo studio e si diresse nel boschetto di casa. Qui era solito venire per meditare. E stavolta ci rimase a lungo.
Si sedette su un grosso sasso all’ombra di una grossa quercia, vicino ad un piccolo ruscelletto.
Pensò a lungo su quale causa avesse potuto far ritardare di tre giorni l’arrivo dell’amico.
Il messo che gli aveva mandato era tornato indietro e non si era più fatto vedere. Ciò significava che l’arcimago non voleva fargli arrivare nessun altro messaggio.
O non poteva…
Un terribile pensiero balenò nella mente di Joel: e se Sandresh, sempre stato più che puntuale in tutti i suoi appuntamenti, fosse morto nel tentativo di attraversare il Maelstrom?
Ormai si era fatta notte e la guardia del corpo del vecchio mago lo trovò con un’espressione lugubre, persa nel vuoto. Lo riscosse con il suone della sua voce:
<< Signore… Signore! Si è fatto tardi. Dobbiamo tornare a casa!>>
<< Eccomi, Jaròm… arrivo.>> rispose il vecchio.
I due si incamminarono per il sentiero sterrato e rientrarono nella villa. Mentre si stavano per lasciare, Joel gli disse:
<< Dormi a lungo, mio caro Jaròm, perchè domani mattina partirai.>>
E con questo, entrò nella sua camera da letto e rimase insonne per oltre tre ore, pensando al suo caro amico e in che guaio poteva essersi cacciato.
Ma poi, si addormentò.

Il giorno seguente, Jaròm si svegliò all’alba e preparò il suo bagaglio.
Era un veterano umano che prestò servizio nell’Alleanza ai tempi dell’invasione della Legione Infuocata. Viveva con la sua famiglia a Lordaeron City, ma quando si instaurò la dittatura, egli si dimesse dall’esercito. Non voleva avere nulla a che fare con la nuova dirigenza e con le nuove regole, anzi, le disprezzava.
Ma qualcuno parlò e tutte le idee di libertà dei bei vecchi tempi di Re Terenas che aveva Jaròm, vennero descritte a Brandalor e Sharòn.
Non amando i cospiratori, i due dittatori fecero passare sotto le armi la moglie e la figlioletta del guerriero, che da quel giorno non desiderò altro che vendetta nei confronti dei due dittatori e di colui che fece la spia, una persona sicuramente a lui vicina, ma che ne ignorava l’identità.
Joel lo trovò e lo aiutò a dimenticare tutto ciò che aveva dovuto sopportare, portandoselo con se a Kalimdor. Da quel giorno, Jaròm ne fu sempre debitore.
Scese a fare colazione nelle grandi cucine, senza svegliare nessun altro servo e aspettò che il suo padrone si svegliasse.
Finito di mangiare, se ne andò nella gigantesca biblioteca del mago e lì lo aspettò.
Arrivò dopo un’ora, già pronto ad affrontare un viaggio.
<< Buongiorno, Signore.>> esordì la guardia del corpo, alzandosi.
<< Stai comodo, Jaròm! Allora, senza troppi indugi, ti spiego subito il motivo del nostro viaggio.
Come saprai, aspetto la visita del mio carissimo amico Sandresh e di alcuni suoi amici. Il motivo mi è stato in parte spiegato, rivuole indietro un libro, ma quel messo non ha avuto ordini di portarglielo. Significa che ne vuole discutere con me.
Ad ogni modo, sarebbe dovuto essere qui circa quattro giorni fa. Ormai mi inizio a preoccupare perchè non è mai arrivato in ritardo ad un appuntamento e conoscendolo, non credo lo vogla fare proprio ora, se il motivo della sua visita è tanto urgente come credo.
Una settimana fa sarebbe dovuto arrivare al porto di Grim Ulang. Ho deciso che andremo lì.
Arrivati in città, ci recheremo al porto che si trova lì vicino. A quel punto inizieremo la nostra indagine. Tutto chiaro?>> espose Joel.
<< Chiarissimo. Una sola domanda: quando si parte?>> chiese Jaròm.
<< Era proprio quello che volevo sentirti dire. Partiamo subito!>> rispose il mago.
E con questo, i due si alzarono ed uscirono dalla villa.

Erano in primavera inoltrata e quindi il viaggio fu abbastanza piacevole.
I primi due giorni li trascorsero molto piacevolmente, camminando tra gli alberi e sostando ogni qual volta il vecchio mago ne aveva bisogno.
Il terzo giorno, però, mentre passeggiavano all’ombra di maestosi cedri, videro una carovana di umani che scappava rincorsi dalle guardie imperiali di Lordaeron.
A quella vista, un ombra si calò sul volto di Jaròm che, spada alla mano, si gettò addosso ai tre assalitori, sostenuto dai folgoranti incantesimi di Joel.
Gli umani salvati, urlarono di gioia e ringraziarono offrendo doni ai due che, con molta modestia, li rifiutarono salutando quelle povere persone che avevano perso tutto: la loro Patria, il loro onore, la loro dignità.

Dopo quell’accaduto, la marcia si fece più silenziosa, perché i due viaggiatori capirono che la Dittatura di Lordaeron stava preparando l’attacco finale per sottomettere l’intera Azeroth.
Il quarto giorno entrarono a Grim Ulang e si avviarono al porto.
Quest’ultimo, era strettamente sorvegliato dai soldati della guardia imperiale, che ormai avevano messo il blocco ad ogni scalo commerciale.
Appena li videro, urlarono qualcosa e, dalla vicina caserma, uscì un comandante, che li arrestò senza dar loro la minima spiegazione

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