…così Napo lo pubblica sicuro…
Warlock del Circolo Interno. Distruttore di Sogni. Iniziato del Settimo Circolo del Concilio delle Ombre. Il Grande Traditore.

Gul’dan è uno dei principali personaggi responsabili nel seminare il caos ad Azeroth, e del tradimento infernale dell’Orda per i poteri demoniaci.
Gul’dan cominciò la sua carriera nell’arcano in gioventù, studiano le arti sciamanistiche dell’Orda. Crebbe rapidamente come adepto in tali arti, superando perfino il suo maestro, Ner’zhul lo Sciamano.
Ma non avrebbero mai potuto sperare di diventare potenti come lui, dato che da solo non aveva alcun interesse per le macchinazioni interne dell’Orda, semplicemente all’avanzamento del suo già notevole potere, e la possibilità di comprendere il Grande Aldilà Oscuro. Presto scoprì il demone Kil’jaeden, che insegnò le sue arti a Gul’dan.
Egli imparò le vie dei Warlock, e portò quella magia nell’Orda, trasformandola in una macchina da guerra votata unicamente al caos e alla distruzione. Il potere in continua crescita di Gul’dan gli permise di raggiungere alte posizioni all’interno dell’Orda.
Ma gli scontri infantili fra i clan dissidenti avrebbero portato a gravi guerre civili, quindi Gul’dan decise di entrare in azione, chiamando a sé tutti i Warlock di cui poteva fidarsi e formando il Concilio delle Ombre, un’organizzazione segreta che avrebbe controllato l’Orda, portando il loro destino di massacro in tutti l’universo e tenendola intatta allo stesso tempo. Nei mesi che seguirono, Gul’dan bloccò l’Orda e fondò una scuola di Negromanzia.
Gul’dan fece la conoscenza di Medivh molti anni più avanti. Egli massacrò molti dei suoi Warlock più deboli, e Kil’jaeden lo temeva a tal punta da rifiutare le invocazioni dello stesso Gul’dan.
Dubitando delle sue capacità, Gul’dan decise di dimenticarsi di Medivh, sapendo che non avrebbe mai potuto affrontare un essere così potente, ma in seguito Medivh stesso si rivelò al Warlock, mostrandogli i frutti che Azeroth aveva da offrire. Passarano settimane senza che accadesse niente: poi il portale si aprì. Il passaggio era piccolo all’inizio, ma poi divenne talmente grande che l’intera Orda poteva passarci attraverso, e così cominciò l’invasione di Azeroth.
Quando cominciò la lotta nell’Orda, Gul’dan li tranquillizzò mettendo alla testa dell’esercito degli Orchi uno spietato guerriero, Blackhand. Gul’dan ricevette nuovamente visita da Medivh, che gli chiese di distruggere le forze di Azeroth; il Warlock contestò che l’Orda aveva già fatto come aveva chiesto.
Ma Medivh gli mostrò la Tomba di Sargeras, un luogo di monolitico potere che Gul’dan sapeva potergli essere utile per i suoi fini: il Warlock accettò e garantì la caduta di Azeroth. Durante la guerra, però, Medivh venne assalito dalle forze umane, e trasmise onde di trauma psichico attraverso il piano astrale. Gul’dan, sentendo che la fine di Medivh era prossima, cercò di raggiungere la sua mente per potere apprendere dove si trovasse la Tomba di Sargeras, ma egli morì prima che potesse scoprirlo. Gul’dan, essendo stato dentro Medivh al momento della sua morte, cadde in uno stato catatonico. Quando si svegliò, Orgrim Doomhammer aveva ucciso Blackhand e ora stava distruggendo il Concilio delle Ombre per consolidare il suo potere. Con i suoi Warlock morti o vicini ad esserlo, Gul’dan cercò di convincere Doomhammer della sua utilità per salvaguardare la sua sopravvivenza, e promise di consegnargli molti cavalieri non-morti. Raccolse i cadaveri dei cavalieri di Azeroth morti nella Prima Guerra e, massacrando i suoi Necroliti, usò le loro energie magiche per convogliare il potere del Concilio delle Ombre all’interno dei Cavalieri della Morte.
Quindi, anche se queste anime dannate strinsero un’alleanza con Doomhammer, erano assolutamente leali nei confronti di Gul’dan. Quando scoppiò la Seconda Guerra, Gul’dan lavorò con il suo clan Stormreaver. Con Doomhammer impegnato nella guerra, egli si sentì libero di cercare la Tomba di Sargeras; ciò che lo aiutò in questo fu la corruzione della Pietra Runica, che gli permise di costruire gli Altari delle Tempeste e creare i temibili Ogre-Magi.
Quando finalmente riuscì a trovare la Tomba di Sargeras, mandò Cho’Gall e il suo clan Twilight’s Hammer a reclamarla. Ma aprendola, non trovarono altro che un’orda di demoni resi folli da secoli di prigionia che sfogarono la loro ira su Gul’dan non appena egli cercò di assoggettarli al suo volere.
Con la morte del Warlock, i suoi seguaci vennero in seguito trovati dagli uomini di Doomhammer che li sterminarono senza pietà, consolidando ulteriormente la posizione del Capo dell’Orda… Il Teschio di Gul’dan possedeva ancora un’immensa energia astrale, che venne in seguito utilizzata da Ner’zhul per aprire i Portali Oscuri per altri mondi, e poi da Khadgar per sigillare il portale di Azeroth. Con la distruzione di Draenor, il Teschio scivolò nel Vuoto Turbinante, dove venne trovato dai seguaci di Kil’jaeden. Dopo aver riconosciuto il suo potere, venne usato da Tichondrius durante l’invasione di Ashenvale per trasportare i demoni nel mondo dei mortali. Ciononostante, l’elfo della notte Illidan Stormrage riuscì a trovare il Teschio e lo usò su se stesso, trasformandosi in un demone dai poteri spaventosi che in seguito sconfisse Tichondrius.
Non morto