Gli antichi greci e romani non avevano le idee chiare riguardo a queste creature. Infatti non ci sono pervenute descrizioni dettagliate delle strige.

Sappiamo solo che erano uccelli notturni che divoravano i cadaveri e ne bevevano il sangue, che allattavano e che, manco a farlo apposta, vivevano negli alberi di tasso, conosciuti ancora oggi come ALBERI DELLA MORTE.
In età medioevale la figura della strige sopravvisse, ma mutò progressivamente il suo significato. Infatti con questo nome, modificato nelle lingue romanze (ne è un esempio l’italiano STREGA), vennero indicate le donne (e a volte gli uomini), che facevano malefici e rubavano i cadaveri.
Una curiosità: i rapaci notturni, come gufi e barbagianni, appartengono alla famiglia degli Strigidi.