Mia suocera beve di Diego De Silva

Vincenzo Malinconico, professione avvocato di insuccesso. E’ la storia buffissima e profonda di una persona che ha alle spalle un matrimonio, due figli e un lavoro in cui non è particolarmente brillante e che vive la vita con una filosofia tutta sua.

Mia suocera beve di Diego De Silva
Mia suocera beve di Diego De Silva

Ambientato in una Napoli che quasi non si vede se non per via del linguaggio che a volte viene fuori prepotente colorando pagine che, altrimenti, non avrebbero lo stesso sapore.

Mentre Vincenzo è al supermercato avviene un sequestro di persona. L’ingegner Romolo Sesti Orfeo ammanetta un camorrista al bancone dei surgelati e gli punta una pistola contro. Lo ritiene responsabile della morte del figlio che è stato ucciso per errore e la cui immagine è rimasta macchiata per sempre per via della leggerezza dei mezzi di comunicazione di massa.

Se ti hanno ammazzato i camorristi avrai le mani sporche anche tu. Provate a cancellare dal pubblico di massa un pensiero simile.

L’ingegnere, allora, arresta il ricercato e tramite il sistema di telecamere a circuito chiuso del supermarket, da lui stesso progettato, inizia un processo in diretta tipo reality show. L’arrivo della polizia e delle TV diventato presto parte del processo mediatico da lui progettato con acutezza. Vincenzo è l’avvocato che l’ingegnere mette d’ufficio a difesa del camorrista. Con giri di parole e pensieri che solo Maliconico può partorire riesce ad evitare che avvenga un omicidio in diretta. Vincenzo Malinconico uscirà dal processo TV vivo e con la fama di eroe. Lui non riesce a capire fino in fondo come mai sia considerato un eroe, ma gode dei brevi benefici del successo.

Sullo sfondo di questa storia un po’ assurda e terribilmente triste di un padre che ha perso il figlio, si svolge la storia di Vincenzo che scopre che Ass (Assunta), madre della sua ex moglie, ha un cancro e non vuole vedere la figlia Nives e i nipoti. L’unica persona ben accetta è proprio lui: Vincenzo.

Il rapporto dei due è schietto e senza falsità alcuna. La donna stanca di fare sempre la cosa giusta vive questa malattia con estremo pragmatismo, ma con la lecita paura della morte.

Vincenzo le porta una bottiglia di Jack Daniel’s per ridere un po’ sulla situazione e far sorridere Ass. Al contrario di quello che pensano i figli di Vincenzo, la nonna accoglie l’idea con entusiasmo. Fra un fatto e l’altro Vincenzo litigherà con la sua fidanzata del momento, lavorerà perché Ass riveda la figlia e i nipoti e ci emozionerà con la sua filosofia di strada facendoci piegare in due dalle risate.

Veramente divertente e simpatico! Un grazie speciale a Cristina che me lo ha regalato.