Ricorderete SCARN, uno degli ultimi romanzi recensiti qui su Warlandia. Abbiamo avuto l’occasione di intervistare l’autrice che è una persona eccezionale sotto ogni punto di vista.

L’INTERVISTA
Napoleonardo: Ciao Alexia, grazie per il tempo che ci concedi con questa intervista.
Alexia Bianchini: Grazie a te e a questa meravigliosa opportunità.
Napoleonardo: Sono rimasto molto affascinato dalla tua capacità di entrare subito nel vivo della storia leggendo il tuo SCARN. Ci ho trovato molto più che un romanzo fantastico, direi che parla di diversità, rapporti umani e molto altro. Che ne dici?
Alexia Bianchini: Dico che mi fa molto piacere ciò che affermi, per il semplice fatto che io scrivo fantasy, horror o fantascienza proprio perché permettono di mettere in risalto le tematiche sociali e psicologiche dell’individuo. In Scarn è il disagio di chi si sente diverso, a dar vita alla storia.
Napoleonardo: So che prima di ogni altra cosa sei una mamma. Come influenza il tuo modo di scrivere?
Alexia Bianchini: Di gran lunga in modo molto positivo. I miei figli mi danno una carica di energia con la quale posso stare sveglia fino a sera tardi. Inoltre, ora che la grande ha quasi dieci anni, è un emozione indescrivibile guardarla mentre spulcia nei miei scritti.
Napoleonardo: A chi fai leggere quello che scrivi prima degli altri? Un amica, tuo marito, altri?
Alexia Bianchini: Ho un giro di amici scrittori con cui ci aiutiamo a vicenda nella lettura della prima stesura. Gli amici non sempre sono in grado di giudicare, perché troppo coinvolti emotivamente, meglio qualcuno che vive come noi di questa passione e che sia in grado di criticarti a dovere per poter migliorare!
Napoleonardo: Dici di essere una sognatrice e che trai ispirazione anche dai sogni che fai di notte. Dobbiamo presupporre che passi notti angosciate inseguita dai vampiri o che sei tu stessa uno di loro? 😉
Alexia Bianchini: Sì, spesso sogno creature della notte, demoni o zombi. Però è strano, sebbene in quel mentre io viva emozioni forti, la vera paura mi assale quando guardo il telegiornale.
Napoleonardo: Come hai creato il personaggio di Ambra? E’ in qualche modo legato a te o alla tua famiglia?
Alexia Bianchini: Non abbiamo avuto la stessa esperienza personale, ma penso che quasi tutti gli adolescenti passino quel periodo triste in cui si sentono irrimediabilmente diversi. È da questo stato d’animo che è nata Ambra.
Napoleonardo: Van è terribile e non ha esaurito il suo percorso narrativo. Sono convinto che nel seguito di SCARN (perché ci sarà un seguito…confessa!!!) sarà uno dei protagonisti che ci farà tremare. Confermi? Anticipazioni?
Alexia Bianchini: Confermo. L’unica cosa che posso dire è che una città come Milano, ormai in rovina, sarà il fulcro del romanzo. Non ci sarà solo Ambra a combattere però, e alcuni arcani sui suoi veri poteri verranno svelati.
Napoleonardo: So che per vivere correggi i lavori altrui. Dopo aver tanto letto i romanzi di altri, ti è venuta voglia di fare vedere a tutti come si fa?
Alexia Bianchini: La voglia di scrivere c’è sempre stata, solo che prima scrivevo e strappavo tutto. Non credevo di esserne all’altezza, e parecchi dubbi li ho tutt’oggi, solo che il bisogno di scrivere è diventato impellente. Ho troppa fantasia, spesso sogno ad occhi aperti, perdendomi in altri mondi!
Napoleonardo: Sei diretta e molto efficace nel tuo scrivere. Sembra quasi di leggere un autore americano quando hai fra le mani SCARN. Che ne pensi?
Alexia Bianchini: Io penso che possa dipendere dal fatto che leggo moltissimo e non solo fantasy. Dalla filosofia, ai thriller, ai romanzi storici fino a giungere alla mia passione per la fantascienza. Ciò che apprezzo nei romanzi sono i messaggi intrinseci e l’adrenalina che mi porta fino all’ultima pagina. Non mi perdo mai in troppe descrizioni, lasciando spazio alla fantasia di chi legge, inoltre, essendo amante del cinema spesso mentre scrivo i frame della mia storia mi passano davanti agli occhi, quasi fossi un regista. Spingo sulla dinamicità e mi piace sorprendere. Spero che ciò possa leggersi davvero nei miei scritti!
Napoleonardo: Un autore che ami moltissimo?
Alexia Bianchini: Fredrik Brown, un genio!
Napoleonardo: Uno famoso che non ti va proprio giù?
Alexia Bianchini: Non giudico mai un autore. Può non piacere a me, ma se dopotutto è famoso, vuol dire che in molti lo hanno apprezzato!
Napoleonardo: Ho letto che hai avuto non poche difficoltà a trovare un editore serio che non volesse essere pagato per pubblicare il tuo meraviglioso SCARN. Che ne pensi di questa situazione dell’editoria italiana?
Alexia Bianchini: In realtà mi rattrista. Per mesi mi hanno telefonato per chiedermi un sacco di soldi. Mi riempivano di complimenti, cercando di far leva sul mio ego. Fortuna che è piccolino, così non ho ceduto alle loro lusinghe. Ho preferito aspettare un editore che credesse in me, senza spillarmi fior di quattrini. Posso capire l’editore piccolino, che magari chiede di procurarsi la copertina o di farsi fare l’editing, ma ci sono alcuni editori che chiedono ben oltre quelle che sono le spese di stampa, per poi sparire dopo averti rifilato un paio di scatoloni del tuo romanzo a casa! Io mi sento di non condannare chi sceglie questa via, ma è una strada troppo facile. Bisogna pazientare e soprattutto non credere di aver scritto un capolavoro. Avete finito un libro e cercate editore? Bene, nel frattempo (perché di tempo ce ne vuole parecchio) andate avanti a leggere e a scrivere. Magari dopo qualche mese riprendete il vecchio lavoro e dategli un’ulteriore sistemata!
Napoleonardo: Quale tipo di creatura fantastica ti affascina più di altre?
Alexia Bianchini: Lupi mannari e i Cyborg. Sono figure potenti e molto malinconiche! Le prime rappresentano l’origine dell’uomo, le emozioni primarie, i sensi. Le seconde invece sono il nostro futuro, che spesso però guardano la figura umana con un pizzico di nostalgia. Entrambi non sono puri, sebbene in loro alberghi una parte umana, e questo li fa sentire diversi. Il loro tormento è simile al nostro, ma a livello esponenziale, e questo mi permette di scrivere delle paure dell’uomo, usando loro come personaggi.
Napoleonardo: Ho letto che sei diventata il direttore di Fantasy Planet, complimenti! (http://www.fantasyplanet.it/) Cosa puoi dirci di questa tua esperienza lavorativa?
Alexia Bianchini: Devo dire che questa collaborazione nata per caso un anno fa mi ha permesso di venire in contatto con il mondo fantasy da ogni punto di vista. Poter parlare con editori, illustratori e scrittori aiuta a dare un senso a ciò che esiste prima del lavoro finito. Un libro non è solo fatto di parole, così come un illustrazione non è solo un immagine. Ci regala emozioni, che facciamo nostre, ma è meraviglioso vederne l’origine, scoprire come si è evoluta un’opera. Sono felice altresì di aggiungere quanta umiltà e gentilezza ho trovato in questi autori emergenti o già affermati e sorpresa dalla loro disponibilità a rispondere a ogni mia domanda.
Napoleonardo: So che ami raccontare in generale storie. Quando racconti favole o storie alle tue figlie le modifichi? Hai l’aria di una che se le inventa a modo suo…
Alexia Bianchini: Oh sì, ci divertiamo come matti. Io adoro prenderli in giro, quindi le modifico per farli arrabbiare. Oppure parto da un loro difetto fisico o un vizio e ne tiro fuori una storia, come per Superciccio & sisters, un romanzetto folle che ho pubblicato con Scudo edizioni, scaricabile gratuitamente.
Napoleonardo: Ci regali qualche anticipazione sulla tua prossima storia?
Alexia Bianchini: Scrivo molto, quindi mi ritrovo con alcuni romanzi da proporre. Attualmente sono alle prese con un paio di antologie che sto curando, una fantasy e una ucronica. Inoltre sto scrivendo un cyberpunk-horror e una raccolta di racconti su Cyborg al femminile.
Napoleonardo: Ancora un super grazie per la simpatia e disponibilità che sempre dimostri nei confronti del nostro sito e verso di me in particolare. Saluta i tuoi fans e warlandia.
Alexia Bianchini: La nostra mente non ha confini quando, grazie a un buon libro, puoi attraversare i confini dell’immaginazione. Un saluto da una scapestrata folle, sempre pronta a narrar storie inimmaginabili, dove però il pensiero necessita di una riflessione, oltre che il gioir di un godimento.