Nel quarto romanzo della saga di Harry Potter, il giovane studente di Hogwarts si ritrova a dover fare i conti con una grande novità: non ci sarà il consueto torneo di Quidditch, ma un torneo internazionale fra scuole di magie di diverse nazioni. Le scuole che prendono parte al torneo sono quella francese, quella Bulgara e quella Inglese.

Harry è troppo giovane per partecipare, ma il suo nome viene inserito nel calice di fuoco da qualcuno che vuole che lui partecipi, forse per metterlo in pericolo. Per la prima volta nella storia del Torneo Tremaghi i giovani a competere saranno quattro e non tre.
Harry vive un momento di forte difficoltà sociale perché additato da tutti come imbroglione e persino l’amico Ron non crede alla sua versione dei fatti. I due amici litigano in maniera furibonda.
Harry soffre soprattutto per l’incomprensione con Ron, ma anche per la difficoltà di accettare le critiche degli altri e l’ostilità dei Serpeverde.
Il povero Harry sa di non essere colpevole, ma vive con angoscia la situazione. Il torneo prevede tre prove molto dure e pericolose che ciascun campione (si chiamano così coloro che il calice ha scelto fra gli studenti delle diverse scuole) deve affrontare.
Il coraggio e la nobilità d’animo di Harry lo renderanno ancora una volta popolare e impopolare allo stesso tempo. I suoi più cari amici saranno al suo fianco come in ogni altra occasione.
Un finale da togliere il fiato completa un romanzo a mio parere già bellissimo. Voldemort farà ritorno più forte di prima e sarà una dura lotta.